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Porto Petroli di Genova dona mascherine all’Ospedale Villa Scassi

Salvagente
Il Porto Petroli di Multedo ha donato all’ospedale di Villa Scassi le sue scorte di mascherine, acquistate all’inizio dell’emergenza coronavirus per i propri lavoratori. La decisione è stata presa a livello sindacale in accordo con l’azienda, per venire incontro alla mancanza di presidi sanitari segnalata dai dottori dell’ospedale di Sampierdarena.

Negli ultimi giorni Villa Scassi ha infatti eroso sino a quasi terminare le scorte di mascherine del tipo ffp3: sono le più sicure in circolazione, perché in grado di proteggere dall’inquinamento dell’aria o dai virus e proprio per questo motivo essenziali per i medici anestesisti-rianimatori. Il problema riguarda gran parte delle strutture sanitarie italiane e si sta diffondendo anche negli altri Paesi, tanto che le mascherine di qualità superiore come le ffp3 sono diventate quasi introvabili sul mercato internazionale.

Durante questa settimana l’allarme dei medici di Villa Scassi è arrivato al porto Petroli di Multedo, dove lavora il marito di una dottoressa dell’ospedale. Da qui la decisione dei lavoratori di mostrare la propria solidarietà. «Noi possedevamo circa un centinaio di mascherine ffp3, acquistate qualche settimana fa», racconta Duilio Calvo, dipendente di Porto Petroli nonché segretario del porto di Genova per Uil trasporti. «Servivano per consentire ai lavoratori di difendersi dal virus quando si opera fianco a fianco o si interagisce con il personale di bordo delle navi in arrivo. Ma ai sanitari servono più che a noi: per cui abbiamo deciso di rinunciarvi».

Le mascherine sono state consegnate giovedì all’ospedale di Villa Scassi, che in cambio ha donato al Porto Petroli delle mascherine chirurgiche. Meno sicure davanti ai virus, «ma utili e più che sufficienti per lavorare all’aperto – hanno detto i rappresentanti sindacali di Porto Petroli ai colleghi – In questo momento i dottori sono prioritari rispetto a tutto il resto». Nell’ospedale i medici sono commossi per il regalo, ma sanno che il problema della mancanza di mascherine si ripresenterà. «Questa scorta durerà al massimo due settimane», fanno sapere dal reparto di rianimazione: la mascherina è infatti sicura solamente per un turno di lavoro, dopodiché il filtro smette di funzionare e deve essere gettata.

«In questo momento il magazzino non è vuoto, perché abbiamo appena ricevuto un carico dalla Regione Liguria», assicura il direttore sanitario dell’ospedale di Villa Scassi, la dottoressa Marta Caltabellotta, riferendosi alle mascherine ffp2 arrivate a Genova dalla Cina. «In ogni caso le mascherine di cui disponiamo dovranno essere utilizzate nella maniera più oculata possibile».

Fonte: Massimiliano Salvo, Repubblica Genova

Perché nessuno resti indietro

Animaimpresa

Strumenti di Confindustria per l’incentivazione della sostenibilità nelle PMI italiane

A cura di Rossana Revello, Presidente Gruppo Tecnico Responsabilità Sociale di Impresa di Confindustria
L’industria italiana è molto sensibile al tema della sostenibilità e può contare su un’esperienza consolidata, che guarda ormai da tempo al tema come un’opportunità e non come un vincolo alla crescita. Per realizzare gli ambiziosi obiettivi dell’Agenda 2030, è necessario che si crei una fitta rete di scambio tra tutti gli attori del sistema economico e ciascuno deve fare la propria parte: le grandi imprese devono trainare le piccole imprese della loro filiera e le linee strategiche date dall’Europa e recepite dall’Italia, si devono trasformare in strumenti operativi concreti, con incentivi e strumenti finanziari mirati perché neanche un anello della catena produttiva resti indietro. Occorre, quindi crescere in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030, una strada obbligata per difendere la competitività delle imprese e del Paese.

Confindustria, che ha fatto propri 3 dei 17 obiettivi dell’Agenda (l’8 per promuovere la crescita economica inclusiva e sostenibile, il 9 per costruire infrastrutture resilienti, promuovere una industrializzazione inclusiva e sostenibili e il 10 per ridurre le disuguaglianze), oltre alla pubblicazione e diffusione del Manifesto “La Responsabilità Sociale per l’Industria 4.0”, attraverso il Gruppo Tecnico RSI di Confindustria ha messo a punto alcuni strumenti molto concreti a supporto delle PMI.

Ha varato il progetto pilota dei Temporary Manager per la Sostenibilità, che a partire da quest’anno coinvolgerà 20 associazioni di Confindustria, individuate tra quelle che hanno partecipato alle azioni di informazione sui temi della RSI realizzate con il supporto del Gruppo tecnico RSI nel 2018/2019, presso le quali saranno operativi i 10 Temporary Manager che offriranno i propri servizi a tutte le imprese. L’obiettivo è di sensibilizzare il vertice e la proprietà delle imprese sui principi guida della RSI e dei criteri ESG (Environmental, Social, Governance) introducendo concetti e strumenti di analisi del contesto, sulla competitività strategica dell’impresa e dei suoi impatti sulla società, sull’ambiente e sulle performance economico-finanziarie dell’impresa stessa.

Sempre per le PMI, insieme al Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale, abbiamo messo anche a punto una guida per la rendicontazione semplificata di sostenibilità, oggi strumento sempre più importante per confrontarsi con il mercato e con gli investitori.

Il documento è un aggiornamento della guida redatta da Confindustria nel 2010, un contributo concreto per aiutare le imprese piccole e medie ad avvicinarsi alla rendicontazione non finanziaria: abbiamo cercato di farlo in modo rigoroso e allineato agli standard internazionali, nonché agli SDGs ma in una logica semplificata e adattabile alle diverse dimensioni d’impresa.

Ci siamo posti l’obiettivo di accompagnare passo per passo e spiegare alle PMI italiane in che modo possono approcciarsi alla sostenibilità. Con questa “cassetta degli attrezzi”, ogni impresa avrà l’occasione, non solo di approfondire ed utilizzare alcuni strumenti della rendicontazione non finanziaria, ma avrà anche a disposizione una “bussola” per intraprendere il proprio personale “viaggio” verso l’integrazione della sostenibilità nel proprio modello di business.

Il documento, infatti, permette alle PMI, attraverso un “approccio rendicontativo semplificato”, di effettuare un’analisi interna rivolta a comprendere il grado di apertura verso la sostenibilità e di mettere a punto un piano strategico volontario di sostenibilità integrato al business che muova dalla consapevolezza delle aree tematiche e degli indicatori rilevanti ai fini della rendicontazione di sostenibilità.

A supporto delle imprese, stiamo anche promuovendo un’azione sinergica per mettere insieme istituzioni e mondo della finanza per processi incentivanti dell’adozione delle buone pratiche di sostenibilità perché al di là dei motivi sociali e ambientali, un’impresa sostenibile è più competitiva sotto molti aspetti.

Abbiamo istituito anche un Tavolo Grandi Imprese – che hanno il compito di coinvolgere le PMI della loro filiera – che vengono sollecitate a dare il loro contributo al sostegno dell’azione di Governo per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

Com’è ormai noto, l’Europa chiede agli stati membri di dotarsi di “industrie climate-friendly” e questo si legge anche nell’ambizioso progetto per la lotta ai cambiamenti climatici della nuova presidente Commissione europea, Ursula von der Leyen, che a chi critica la decisione di un investimento così massiccio, risponde che maggiore “sarebbe il costo dell’inazione“.

Fonte: CSR Smile Magazine, a cura di Animaimpresa

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