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La tempesta perfetta

Tempesta perfetta
Photo by Matt Hardy – Unsplash
Intervista a Luigi Norsa: la comunicazione ai tempi del coronavirus

L’emergenza in atto è caratterizzata da una serie di incertezze che rendono la situazione molto complicata: l’elevatissimo grado di imprevedibilità dell’evoluzione degli scenari epidemiologici, la carenza di dati certi sulle caratteristiche attuali e future della patologia, un’ulteriore imprevedibilità sulle conseguenti scelte delle autorità – italiane e internazionali – e del loro possibile impatto a breve e medio-lungo termine per la vita delle persone e delle imprese.

Abbiamo chiesto a Luigi Norsa, nostro partner e collaboratore da moltissimi anni, quali sono le azioni che a suo parere le organizzazioni devono mettere in pratica in questo momento.

“La combinazione dell’altissima contagiosità con una letalità – contenuta seppur maggiore delle consuete epidemie influenzali – genera valori assoluti di contagiati e di decessi che generano grandi preoccupazioni”, questa è la prima considerazione che condividiamo con lui.

Esiste peraltro in parallelo un grande problema per la stessa sopravvivenza di molte imprese, sei d’accordo?

“Sì – risponde Luigi – abbiamo sicuramente un problema di business continuity delle produzioni, sia ascrivibile all’imprevedibile evoluzione della morbilità con calo di disponibilità risorse umane critiche, sia ascrivibile al potenziale numero di persone affette da sintomi che impediscono l’attività, sia al più elevato numero di asintomatici o con sintomi lievi, ma in quarantena obbligatoria, con in aggiunta i problemi di continuità delle movimentazioni di materiali – sia materie prime che prodotti finiti – e di interventi manutentivi”.

L’emergenza sanitaria quindi per le aziende pone problemi di impatto economico finanziario e di cash flow e quindi bisogna gestire la comunicazione a tutto tondo, in modo responsabile e proattivo

“Questa situazione di perduranti incertezze – ribadisce Norsa – implica la necessità di gestire la comunicazione diretta con le varie categorie di stakeholder – dipendenti, rappresentanze sindacali, clienti, sistema distributivo, fornitori, stakeholder finanziari, consumatori – nonché eventualmente con i media”.

Come dovrebbero muoversi oggi le imprese in questo contesto, in termini di comunicazione?

“In termini generali, fatto salvo le specifiche situazioni di singole aziende – risponde – intanto è necessario individuare le specifiche criticità e gestire i vari scenari possibili, che possono essere sintetizzati in:

  • business as usual, come l’azienda – in assenza di casi che coinvolgano suoi dipendenti – gestisce la situazione e si è preparata ai suoi possibili sviluppi, garantendo la continuità della fornitura di prodotti e servizi
  • casi isolati sospetti o confermati di dipendenti infettati da coronavirus
  • richieste sindacali di ridurre molto l’operatività o di interromperla a fini precauzionali
  • interruzione dell’attività di una unità produttiva, per compliance a disposizioni delle autorità o a seguito di casi che lo impongano per la tutela dei lavoratori

Per ogni di questi scenari è poi necessario predisporre messaggi chiave, posizione aziendale, documento domande e risposte e varie comunicazioni (via mail) alle categorie di interlocutori.È poi scontato che sia necessario un attento monitoraggio offline e online dei media e dei canali social”.


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