Campus Civico, l’iniziativa imprenditoriale nata dall’unione di esperienze maturate all’interno del Dipartimento di Scienze Politiche e Internazionali di UniGe e rappresentante un canale valido ed attivo per lo scambio di idee e la risoluzione di problemi collettivi, è finalmente entrata in moto. Abbiamo intervistato alcuni dei protagonisti che hanno permesso la nascita di questa realtà imprenditoriale, che pubblicheremo ogni mese per far comprendere al meglio il lavoro dei soci e dei collaboratori di Campus Civico. La prima che vi proponiamo, divisa in due parti, è a Luca Raffini, docente universitario di Sociologia dell’opinione pubblica e comunicazione istituzionale presso il Dipartimento di Scienze politiche e internazionali dell’Università di Genova.
- Professore, ci racconti la nascita e il suo coinvolgimento personale all’interno del progetto.
Mi occupo di processi partecipativi e di attivazione da oltre 15 anni. Era il 2006, stavo lavorando alla mia tesi di dottorato sulla democrazia deliberativa, e decisi di candidarmi per svolgere il ruolo di facilitatore nell’Electronic Town Meeting organizzato dalla Regione Toscana per coinvolgere cittadini e stakeholders nella stesura partecipata di una legge sulla partecipazione. Da quel momento ho continuato a praticare la partecipazione, oltre che studiarla in qualità di sociologo dei fenomeni politici. Ho collaborato, da allora, alla realizzazione di processi di partecipazione in una pluralità di ambiti, dal terzo settore alle amministrazioni pubbliche a diversi livelli. Con vari progetti dal 2013 al 2020, insieme ad amici e colleghi ho promosso associazioni, imprese sociali e progetti nell’ambito della partecipazione.
Al mio arrivo al Dipartimento di Scienze Politiche e Internazionali dell’Università di Genova ho trovato colleghe e colleghi con esperienza in materia – avevano, per esempio, collaborato al Dibattito Pubblico sulla gronda autostradale e a percorsi di coinvolgimento dei cittadini per il Comune di Genova.
Così nel 2019, insieme al Professor Andrea Pirni e ad altre colleghe e colleghi del Dipartimento, iniziammo una collaborazione con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale. Da cui scaturì il progetto Dialoghi in Porto, che ha come scopo proprio il dialogo tra l’Autorità e la città di Genova, al fine di rilocalizzazione i depositi chimici di Multedo in area portuale.
A partire dal consolidamento dei rapporti di scambio e di collaborazione del gruppo di lavoro del DISPI con voi di Chiappe Revello e con i colleghi del Dipartimento di Architettura e Design Unige nasce l’idea di costituire uno Spin off universitario, per potere consolidare e ampliare il progetto, coinvolgendo altri professionisti attivi nel territorio, come l’Arch. Nicoletta Piersantelli e proponendoci come attore di riferimento a livello regionale e nazionale.
- Ci spieghi la metodologia di lavoro di Campus Civico. Essendo una realtà appena nata, può illustrarci un esempio di buone pratiche che pensate di adottare o un modello a cui vi ispirate?
È vero che Campus Civico è una realtà appena nata, ma si fonda sull’esperienza ultradecennale dei soci fondatori in materia di partecipazione e attivazione del cittadino, di comunicazione, di relazioni pubbliche e industriali ed engagement di stakeholder.
Le metodologie e le pratiche che adottiamo, nel rapporto con gli attori con cui collaboriamo, nascono dal confronto e dalla condivisione di alcuni principi di fondo: Campus civico intende operare nel mercato, ma sempre perseguendo l’obiettivo di contribuire al miglioramento della società.
Progettare e condurre processi partecipativi e coinvolgere i cittadini in percorsi condivisi significa assumersi una responsabilità pubblica. Campus civico non si limita a proporre un servizio, ma si impegna in percorsi che rispondano ai suoi principi di fondo, che si tratti di un’impresa o di un’amministrazione pubblica. Campus civico porrà sempre al centro del suo operato il principio della equivicinanza tra gli attori coinvolti nel dialogo.
Infatti, i modelli che assumiamo come buone pratiche sono tutte quelle esperienze che rimangono coerenti con questi principi, contribuendo a generare percorsi virtuosi per tutte le parti coinvolte, ad assumere decisioni migliori, a promuovere un dialogo aperto e costruttivo, a generare valore per il territorio e capitale sociale.
- L’interdisciplinarietà dello spin-off. Come e perché è un valore aggiunto al progetto?
L’interdisciplinarietà è un valore aggiunto perché il tipo di percorsi che progettiamo e gestiamo richiedono, per definizione, il coinvolgimento di una pluralità di competenze che, nel nostro caso, sono integrate e “rodate” sin dalle prime fasi di ideazione del progetto. Ciò garantisce la coerenza e l’integrazione organica delle diverse competenze coinvolte, nonché una maggiore capacità di adattamento. Le dimensioni della citizens and stakeholders engagement, della comunicazione e delle relazioni pubbliche, che definiscono i tre settori in cui è articolato Campus Civico, richiedono competenze distinte ma sono necessariamente profondamente intrecciate tra loro.
Fine prima parte. La seconda parte sarà preso pubblicata sui nostri canali. Stay tuned!